Cara amica mia
ti scrivo per narrarti del mio ultimo viaggio.
Ero in una terra di boschi e laghi.
Ero quasi convinta che fosse la Terra di Mezzo delle leggende Celtiche, di cui tante volte ho letto i versi abbandonata a te, ma non c’erano gnomi e fate.
Non c’erano loschi individui vestiti a festa.
Non c’erano sorrisi falsi o ipocriti.
Nessuno pensava a rifarsi il trucco o cambiarsi d’abito.
Non c’era bisogno di rifarsi la faccia.
C’erano solo i miei e tanti altri occhi, immersi nel niente, occhi senza preoccupazioni, senza paura e timori, a cui non importava nascondersi, non importava di essere scoperti, non poteva esserci vergogna.
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Sembrava di pensare solo a se stessi ma non era così, poiché nessuno gemeva di dolore, poiché nessuno poteva ignorare di non essere solo.
Ero nel mondo delle mie idee, nel mondo senza pregiudizi.
Ero nera, ero gialla, ero mulatta, comunista, lesbica, punk, anarchica, vecchia, brutta, bella, ermafrodita…
Potevo essere chiunque perché gli altri non avevano l’idea comune, di diversità, come pregiudizio.
Ero nel nulla e quando si è nel nulla si ha tutto e non si ha niente!
Era il massimo a cui chiunque può aspirare.
Ma mi è difficile, sai, alienarmi completamente dalla realtà e allora sono ricaduta nel baratro di questo sistema!
Amara terra, dolce amica mia ti abbiamo logorato, con le nostre lotte, ci siamo persino vantati di poterti schiavizzare…
Quando mi ricordo di questo la realtà non la reggo.
ibellati compagna tu che puoi, esplodi , ingoiaci, divoraci prima che l’uranio lo faccia a te e a me, fallo prima che gli interessi del più forte mi facciano perdere la concezione di me e il rispetto che provo di te madre terra.
Ti sto chiedendo di uccidermi perché questo viaggio è solo un sogno Madre mia, non posso viverlo nella realtà!
liberaci da tutti i MALI E DA OGNI SORTA DI PRIGIONE…
Agli uomini che seguono le intuizioni…
NB: uno dei miei primi scritti pubblicati sulla rivista della scuola nel 2004

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