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Buon viaggio...

25/02/11

Spaccacuore

...

Attanagliata dal senso di colpa...
imbruttita da un fastidioso continuo, incessante, logorante ripensare...rievocare...
sogno di poter tornare indietro..ma ormai ciò che è stato è. E indietro alla fine non si può tornare mai.

Giudizi Universali - Samuele Bersani

...

e la costante lotta contro l'estrema razionalizzazione di ogni mio gesto...

ogni senzazione è sintomatica di... ogni sintomo è una senzazione di..
qualcosa che non mi convince... ogni giorno ognuno sul palco a combattere la propria guerra..

23/02/11

Sostiene Pereira

«Sostiene Pereira»
«Sostiene Pereira» di essere un uomo grasso, stanco, afflitto dalla portinaia. «Sostiene Pereira» che il suo lavoro da giornalista altro non è, che critica letteraria. «Sostiene Pereira» che non gli importa e nulla potrà cambiare lo stato di cose attuale. «Sostiene Pereira» che il suo giornale è roba da poco, non si accorge Pereira che col suo giornale può segnare la storia di un popolo. Parla Pereira, ma in realtà è Tabucchi a parlare per lui. Pereira sostiene un po’ questo e un po’ quello in realtà Pereira non è intenzionato a sostenere. Troppo rassegnate le sue asserzioni.
Così Pereira è uguale a tutti coloro che ogni giorno mangiano l’omelette e bevono una limonata al Cafè Orquide, che parlano ogni giorno al quadro della moglie deceduta. È un giornalista vecchio, stanco rassegnato. Ma «sostiene Pereira» che un giorno accadde l’inaspettato e pensò di avere un figlio. Pare che Pereira non fosse pronto alla novità tanto ormai si era consegnato alle solite abitudini. Ogni giorno rifuggire alla portinaia, salire ansimante quelle scale, scrivere la solita critica letteraria. «Si sentiva molto stanco, sostiene». Avrebbe pubblicato Honorine di Balzac, un racconto sul pentimento. Perché, sosteneva Pereira, c’era da pentirsi di molte cose. Facendo un bagno freddo, si disse «una volta la tua vita è stata diversa». Si sentiva solo Pereira.
Il dottor Pereira non aveva voglia di essere un libro era solo un personaggio in cerca d’autore, sostiene Tabucchi. Era un uomo che sotto la dittatura di Salazar in Portogallo era stato giornalista. Nel torrido agosto del 1993 Pereira combinò il malfatto. Aveva scacciato per una notte la rassegnazione. Il «Lisboa» sarebbe uscito poco dopo la sua partenza. Acquistò un passaporto francese, ora, Pereira, si chiamava Francoise Baudin. La sera prima aveva concluso il suo articolo firmandolo solo con il suo cognome, come quando si occupava di cronaca nera. Ora era mattino, a breve il giornale sarebbe uscito nelle edicole. Al Café Orqueida non consumò la solita limonata, e disse a Manuel, il solito cameriere, che gli inglesi avevano ragione è che nel Portogallo c’era la dittatura.
Quel flaccido e anziano uomo «era riuscito a giocare una beffa alla dittatura sala zarista pubblicando sul giornale un articolo feroce contro il regime». Sostengo che sia il caso di prendere sempre e comunque esempio dai personaggi in cerca di autore.

Lettera a babbo natale

Caro Babbo Natale,
sono un po’ cresciuta dall’ultima volta che ti ho scritto, quest’anno però non posso esimermi dal farlo. Sei l’ultima spiaggia. Non ti offendere, lo sai che ti stimo ed è proprio per questo che mi appello a te. Non so che notizie giungano al Polo Nord, ma quelle in circolazione lasciano tanto a “desiderare”. Questa volta urge che tu esaudisca le mie richieste … almeno in parte!
Il trenino su rotaie lo posso comprare nei mille supermercati in zona, una giacca nuova non è necessaria, e oro e argento con la fatica si possono ottenere. Urge il tuo intervento su questioni d’altra natura. Non puoi interferire direttamente sulle decisioni degli uomini o cancellare ciò che è fatto, quindi ti chiedo di intervenire sulle canzoni.
Vorrei che tu cancellassi “Boys don’t cry” dei Cure. So che causeresti un dispiacere alle nostre orecchie, ma pensaci: per farlo dovresti fare in modo che gli uomini piangano. Pensa di quanti dispiaceri o malefatte saremmo al corrente. Pensa di quante verità e gioie ci riapproprieremmo.
Poi vorrei che cancellassi un’altra canzone “Achilles last stand” dei Led Zeppelin. In quanti si consolano sperando che il grande uomo regga la terra, invocando trascorsi ormai passati?
E allora basta, eliminala. Per far ciò dovresti fare in modo che le genti godano del proprio presente. Non sognino sentieri da favola ma che li vivano ogni giorno. E allora non servirà più Achille a reggere il mondo ma lo sorreggeremo insieme, ogni giorno.
Poi toccherebbe a “Sally” di Vasco Rossi. In questo caso dovresti fare in mondo che nessuna donna e nessun uomo per i suoi atteggiamenti debba essere portato via perché “rovina il morale alla gente”, che nessuna “Sally” sia “stanca” e perciò voglia “dormire”.
Vorrei che cancellassi “Povera Patria” di Battiato, sai quanti anni sono passati da quando la ha pubblicata?
Eppure questa povera patria è ancora “straziata dagli abusi di potere […] tra i governanti, quanti perfetti e inutili buffoni!” e per dirla ancora con le sue parole “Questo paese è devastato dal dolore”.
E, mentre ancora “nel fango affonda lo stivale dei maiali”, Babbo caro, la questione Corea un’altra guerra fa intravedere, ma “non vi danno un po' di dispiacere quei corpi in terra senza più calore”?
Capisci allora che è il caso di togliere un po’ di successo a Battiato?
Se non lo farai la gente continuerà a sognare Lucy nel cielo con i diamanti, i Beatles, comunque, non diventerebbero meno famosi, e noi sicuramente saremmo più felici.
Babbo, non so se esisti. C’è un tipo d’uomo che crede in te: l’uomo curioso.
Lui sicuramente legge il giornale, e la rubrica “a briglia sciolta”, che è fatta tanto per parlare, la legge a maggior ragione.
Se la mia lettera non fosse arrivata al Polo Nord, lui te la racconterà e così le mie richieste potrai comunque esaudire.
Caro Babbo, ho una richiesta finale, vorrei che tu esistessi davvero, così i Pink Floyd in Wish You Were Here non potrebbero più parlare di tutti quelli che hanno “scambiato un ruolo di comparsa nella guerra con il ruolo di protagonista in una gabbia”.

18/02/11

...





questa canzone scava una ferita aperta...
l'incapacità di capire quel momento, quella decisione, ti ho amato amica cara.
Ti amo ancora amica cara. Ovunque tu sia e se ci sei, io ti vedo la in alto, insieme a starman.
Due anni fa guardavo sanremo, c'era questa canzone ero ammalata e non sono venuta la a dirti arrivederci...
e lo sai che non ci credo aldilà...ma ti avrei detto arrivederci,non ti avrei detto addio.
Perchè quel distacco prematuro è ancora ingiustificato per me e allora è per questo che
vorrei vorrei poterti trovare un giorno la...prchè non voglio dirti addio.
non lasciarmi sola...ma lo hai fatto...ci hai lasciate...
Ma io verrò un giorno la e ci daremo la mano e mai più ti lascerò e saremo vicine!
Sto sforzandomi di credere all'aldilà, per vederci di nuovo su una spiaggia ad ascltare capossella e battiato. o fumarci una sigaretta, su quel balcone tra freud e marx.
Per capire le tue teorie, farmi spiegare perchè le bolle vanno su nella birra...per trovare in te la me di domani... perchè eri un esempio...ed ora non ci sei più.
Manchi...se solo lo avessi capito amica cara forse saresti qua...
Gabri com'eri splendida.

L’immenso vuoto che hai lasciato, il mio corpo non può colmare,
perché l’eterno è così grande
che nulla può contenere
dentro me…
Ma io verrò un giorno là,
ci daremo la mano e poi mai più ti perderò,
ci saremo davvero!
E resta qua, vicino a me, non lasciarmi mai sola,
ho paura che senza te
non vivrò più davvero… Mai!!!
E io verrò un giorno là, ci daremo la mano.
E poi mai più ti perderò, ci Ameremo davvero!
E resta qua, stringiti a me, non lasciarmi mai sola,
ho paura che senza te, non vivrò mai davvero… Mai!!!


e...io ti rivedrò dovunque tu sia...
http://www.youtube.com/watch?v=kBL87gzKm7Q&feature=related

03/02/11

dedicato ai miei lutti...




L'allegrezza del vento fuga i cattivi pensieri
mentre ogni ombra fugge via le giornate si accorciano

La sera i fuochi inondano i dintorni di luce

La tristezza non prevale su me
col canto la tengo lontana
le giornate si allungano
sto aspettando l'estate

Anche se non ci sei tu sei sempre con me
per antiche abitudini
perchè ti rivedrò dovunque tu sia

Aspettando l'estate all'ombra dell'ultimo sole
sospeso tra due alberi a immaginare
l'estasi dei momenti d'ozio
voglio riscoprire aspettando l'estate

Anche se non ci sei tu sei sempre con me
e sono ancora sicuro che io ti rivedrò
dovunque tu sia


L'allegrezza del vento fuga i cattivi pensieri
mentre ogni ombra fugge via le giornate si accorciano

La sera i fuochi inondano i dintorni di luce

La tristezza non prevale su me
col canto la tengo lontana
le giornate si allungano
sto aspettando l'estate

Anche se non ci sei tu sei sempre con me
per antiche abitudini
perchè ti rivedrò dovunque tu sia

Aspettando l'estate all'ombra dell'ultimo sole
sospeso tra due alberi a immaginare
l'estasi dei momenti d'ozio
voglio riscoprire aspettando l'estate

Anche se non ci sei tu sei sempre con me
e sono ancora sicuro che io ti rivedrò
dovunque tu sia