Benvenuto nel mio blog!


Benvunuto nel mio blog!


Puoi scorrere i testi del blog in ordine sequenziale, oppure puoi scegliere di leggerli per categoria o data utilizzando l'elenco a destra! Sempre a destra puoi scegliere di ascoltare della musica...
Buon viaggio...

23/02/11

Sostiene Pereira

«Sostiene Pereira»
«Sostiene Pereira» di essere un uomo grasso, stanco, afflitto dalla portinaia. «Sostiene Pereira» che il suo lavoro da giornalista altro non è, che critica letteraria. «Sostiene Pereira» che non gli importa e nulla potrà cambiare lo stato di cose attuale. «Sostiene Pereira» che il suo giornale è roba da poco, non si accorge Pereira che col suo giornale può segnare la storia di un popolo. Parla Pereira, ma in realtà è Tabucchi a parlare per lui. Pereira sostiene un po’ questo e un po’ quello in realtà Pereira non è intenzionato a sostenere. Troppo rassegnate le sue asserzioni.
Così Pereira è uguale a tutti coloro che ogni giorno mangiano l’omelette e bevono una limonata al Cafè Orquide, che parlano ogni giorno al quadro della moglie deceduta. È un giornalista vecchio, stanco rassegnato. Ma «sostiene Pereira» che un giorno accadde l’inaspettato e pensò di avere un figlio. Pare che Pereira non fosse pronto alla novità tanto ormai si era consegnato alle solite abitudini. Ogni giorno rifuggire alla portinaia, salire ansimante quelle scale, scrivere la solita critica letteraria. «Si sentiva molto stanco, sostiene». Avrebbe pubblicato Honorine di Balzac, un racconto sul pentimento. Perché, sosteneva Pereira, c’era da pentirsi di molte cose. Facendo un bagno freddo, si disse «una volta la tua vita è stata diversa». Si sentiva solo Pereira.
Il dottor Pereira non aveva voglia di essere un libro era solo un personaggio in cerca d’autore, sostiene Tabucchi. Era un uomo che sotto la dittatura di Salazar in Portogallo era stato giornalista. Nel torrido agosto del 1993 Pereira combinò il malfatto. Aveva scacciato per una notte la rassegnazione. Il «Lisboa» sarebbe uscito poco dopo la sua partenza. Acquistò un passaporto francese, ora, Pereira, si chiamava Francoise Baudin. La sera prima aveva concluso il suo articolo firmandolo solo con il suo cognome, come quando si occupava di cronaca nera. Ora era mattino, a breve il giornale sarebbe uscito nelle edicole. Al Café Orqueida non consumò la solita limonata, e disse a Manuel, il solito cameriere, che gli inglesi avevano ragione è che nel Portogallo c’era la dittatura.
Quel flaccido e anziano uomo «era riuscito a giocare una beffa alla dittatura sala zarista pubblicando sul giornale un articolo feroce contro il regime». Sostengo che sia il caso di prendere sempre e comunque esempio dai personaggi in cerca di autore.

Nessun commento: